Interior design e ispirazioni con Talea Studio
Ho incontrato la founder di Talea Studio per conoscere meglio come funziona la mente di una creativa esperta di set e food design
Quali sono le fonti di ispirazione di una persona creativa? Come si arreda una casa con personalità? Come si diventa una set/food/event designer? Queste e altre domande le ho fatte a Valentina Guttuso, founder di Talea Studio.
Valentina è una ricercatrice di mestiere, nella pratica set designer, food designer e arredatrice di interni vintage.
Siamo entrate in contatto la prima volta in occasione dell’apertura del suo sito web Talea Studio dove vende oggetti vintage di design e d’epoca. Erano più di due anni che desideravo incontrarla dal vivo per conoscerla di persona e finalmente questo settembre ci siamo incontrate.
Mi ha invitato nel suo studio-appartamento a Roma che vedete nelle foto. Io mi ero preparata alcune domande per conoscerla meglio e in questo articolo vi condivido gli appunti che ho preso, frutto di due ore di conversazione.
Abbiamo iniziato commentando la sua professione, che è uno dei lavori più creativi che io abbia mai visto: Valentina ha iniziato studiando arte contemporanea e i primi lavori sul campo l’ha fatti come set designer. La continua ricerca di oggetti l’ha portata a crearsi un suo archivio che adesso utilizza per i lavori da freelance quando le vengono commissionati da brand come Max Mara e Bitossi.
La sua evoluzione l’ha portata al food design e l’event design e qui sotto vi riporto alcune delle sue creazioni che amo di più, partendo dai post che ha pubblicato sul profilo @taleastudio.
- Il set design commissionato dal brand di gioielli Voodoo jewels: Valentina si era ispirata alle opere di Giuseppe Capogrossi, noto per le forme astratte piene ma spigolose. Per me è affascinante come la sua mente abbia collegato la forma e il colore dei gioielli alle opere dell’artista per poi immaginarsi del cibo tagliato nelle forme in omaggio a Capogrossi. Onestamente non conoscevo l’artista ma per puro caso il giorno dopo ero alla Galleria d’Arta Moderna di Roma e l’ho trovato esposto, è stata una di quelle coincidenze belle. Se non avessi conosciuto Valentina forse non avrei notate le opere di Capogrossi girando per le sale.
- La Natura Morta, tipico soggetto del Cinquecento ma in chiave moderna con contrasti di colori e forme e un’attenzione alla luce come farebbero i pittori. Le sue composizioni sono opere d’arte.

- Gli omaggi diretti come quello a Meret Oppenheim, artista Tedesca che viene considerata una musa dei surrealisti e una delle modelle preferite di Man Ray. In questo caso Valentina aveva trovato dei vassoi d’epoca e per scattarli si è direttamente ispirata all’opera My Nurse dell’artista, che era nota per prendere oggetti d’uso quotidiani, rivoluzionando la loro funzione per creare una nuova prospettiva.
- Porta pane in metallo dalla forma di pane è un omaggio a Salvador Dalì e la sua ossessione per le forme dei lievitati



- Ero molto curiosa di sapere se anche lei lavora attraverso bozzetti e moodboard e infatti mi ha mostrato quelli che aveva preparato per due eventi tra cui quello di Tela con i porta tovaglioli che diventano porta pane, le coppe in argento che ospitano il gelato decorato con i fiori, i drink rosa e le pietanze verdi.
- Siamo poi passate a parlare di arredo e design. Avevo già visto dal suo profilo instagram che il suo appartamento è spettacolare e volevo capire come una professionista del settore arreda uno spazio. Prima di tutto mi ha raccontato il suo approccio, che nasce dall’esigenza di non annoiarsi, ovvero la ricerca dell’imperfezione che incuriosisce lo sguardo e invita a soffermarsi sui dettagli.
Come per esempio la scelta di circondare il tavolo da sedie tutte diverse sia per il design ma anche colore e materiali.

- Mi ha raccontato che una volta ristrutturato lo spazio doveva decorarlo aveva deciso di farlo con calma e quindi ha iniziato dalle cose più grandi come il tappeto, il divano e i mobili in marmo. Pezzi importanti sui quali investire perché verranno cambiati meno facilmente.
Il mio preferito era il tavolino in marmo rosa, un oggetto pesante, freddo e prezioso ma in questo caso di un colore delicato, dalla linea curva che lo rende più dolce e quasi caldo alla vista.
Mi faceva poi impazzire come ha accostato la lampada verde al divano viola, due colori complementari.
- Possedere un appartamento di design non significa avere solo pezzi costosi e ricercati ma avere una personalità che guida il tuo istinto. Mi faceva notare infatti come nel suo salotto ci fosse una libreria di Ikea su cui poggiano opere d’arte antiche e lampade anni 70 vintage.



- Vi lascio altre foto dell’appartamento tra cui la colonna con libri e scultura e il lampadario acquistato da una signora di Napoli. Ci piaceva pensare che i colori del lampadario sono gravitati giù sui vari oggetti di arredo della stanza: il divano viola, una lampada verde, un tappetto vinaccia su un parquet marrone e uno sgabello rosa.
Per ultimo: vi condivido una selezione di oggetti vintage che sono ancora disponibili sul sito di Talea Studio, sono pezzi unici quindi una volta venduti non torneranno disponibili.
Poggia posate colorate, le trovo veramente eleganti e un dettaglio che rendono la tavola curata, io anche li uso e rendono una banale colazione, pranzo o cena un momento più speciale: clicca qui per acquistarli sul sito.
- Contenitore a forma di mela in ottone: la trovo meravigliosa, mi ricorda tanto una mela in ottone che ho visto in uno dei miei negozi preferiti in Corea del Sud e mi diverte pensare a un oggetto pesante, perché in ottone, ma vuoto dentro e dalla forma delicata di un frutto. La superficie che riflette poi ricorda tanto le opere di Escher, no? qui il link per acquistarlo
- Brocca in metallo placcata d’argento con questa forma anticonvenzionale che rende anche un oggetto di uso quotidiano un pezzo di design. Qui il link
Nota a margine:
Quando Valentina Guttuso mi ha parlato del suo mantra per arredare casa, la ricerca dell’imperfezione, le ho raccontato che mi ricordava tanto l’approccio di Diana Vreeland, una delle mie icone della moda e della vita, caporedattrice per Vogue e Harper’s Bazaar negli anni 60 e 70 e ha influenzato la moda, il design e la carriera di attrici (Barbara Streisand e Lauren Bacall) e cantanti (Micky Jagger). Vreeland è oggi ricordata perché ha messo sotto i riflettori le artiste emergenti come Barbara Streisand, enfatizzando i loro tratti considerati meno convenzionali, brutti, imperfetti, come il suo naso faraonico. C’è un documentario sulla sua carriera che è disponibile su YouTube a 2.99€ e si intitola The Eye Has To Travel, vi lascio qui il link per vederlo: