Approfondimenti sul film Barbie
Questo documento l’ho preparato in occasione del 18esimo incontro del mio bookclub il 5 dicembre 2023
Il film Barbie è uscito nelle sale italiane il 20 luglio 2023, la regista è Greta Gerwig, è categorizzato come commedia/fantastico/sentimentale. La protagonista del film è Barbie, interpretata da Margot Robbie che è anche una delle produttrici della pellicola.
I record del film
E’ il quattordicesimo film con maggiori incassi nella storia del cinema.
In Italia è il film con il maggiore incasso del 2023 ed il nono con il maggiore incasso di sempre.
Su Barbie (bambola)
La prima bambola esce sul mercato il 9 marzo 1959 e ad oggi sono state vendute più di un miliardo di bambole. Esisto oltre 250 Barbie con carriere diverse dalla chirurga al vigile del fuoco alla giornalista e candidata alla presidenza d’America.
Al momento sul mercato esistono bambole con 35 colori diversi della pelle, 97 acconciature e 9 body type. “Barbie”, si legge sul sito dell’azienda, “riconosce l'importanza della rappresentazione e si impegna a fare il lavoro per ispirare la prossima generazione”.
Approfondimenti
Uno degli articoli più interessanti che ho letto è stato segnalato durante l’incontro del bookclub da Marianna M. ed è firmato da Jennifer Guerra. Si intitola “Perché Barbie è un film politico: non pretende di cambiare il mondo ma condanna il greenwashing.”
È un articolo che vi consiglio di leggere perché riporta le polemiche legate a Barbie (la bambola) ovvero:
“Per anni, Barbie è stata accusata di alimentare standard di bellezza irrealistici e di essere un cattivo esempio per le donne. Se al momento della sua creazione lo scandalo di Barbie era quello di essere una donna indipendente, che non sognava la vita da casalinga (nella sua prima Dreamhouse non c’era nemmeno la cucina), con il passare degli anni e soprattutto dopo il femminismo degli anni ’70, Barbie per molte è diventata l’incarnazione del male: una bambola che faceva sentire a disagio le bambine, che le spingeva verso desideri e consumi superficiali.” E come la Mattel, la casa produttrice, ha reagito:
“Nel 2015, proprio nel momento di sua massima crisi, Mattel lanciò la sua linea diversity. Barbie Stereotipo non vendeva più come una volta e l’azienda pensò che, forse, il problema stava nel fatto che la sua bambola di punta non era più rappresentativa dell’ethos contemporaneo. Effettivamente sono poche le bambine che le somigliano, quindi bastava incrementare la produzione di Barbie sempre più diversificate nell’aspetto e nelle misure.”
E così si arriva alla parte centrale dell’articolo:
“Il film di Greta Gerwig racconta con precisione le conseguenze etiche di queste scelte strategiche. Non condanna necessariamente queste pratiche, ma è un film contro il pinkwashing. Spesso il messaggio è mandato in maniera molto esplicita, come quando il CEO di Mattel interpretato da Will Ferrell giura e spergiura che non fa assolutamente quel lavoro per soldi, ma perché gli interessano davvero i sogni delle bambine. Ma è tutto l’impianto dell’opera, che ama contraddirsi, prendersi gioco di sé e fare tantissima autoironia, a dirlo chiaramente: non è che Barbie premio Nobel per la letteratura non serva, ma non serve a cambiare il mondo.”
E arriviamo alla conclusione che conferma il ragionamento di Jennifer Guerra una mente interessantissima:
“Barbie, insomma, non può cambiare il mondo reale, né nel bene, né nel male. E di conseguenza, sembra dirci il film, non dobbiamo illuderci che una singola azienda abbia questa responsabilità, anche se cerca di convincerci del contrario. Quello che può cambiare davvero il mondo, ad esempio creando una bambola di cui continuiamo a parlare da 65 anni, è il potere dell’immaginazione. Per quante mille altre Barbie possano essere create, ci sarà comunque qualcosa che continuerà a spingerci verso Barbie Stereotipo. E non saranno il suo corpo perfetto o i suoi occhioni blu, né i suoi vestiti rosa o le sue più di 200 carriere, ma proprio il fatto di essere un contenitore vuoto, che ognuna di noi può riempire come vuole.“
Un altro articolo che può contribuire alla costruzione di un pensiero critico su questo film è “Barbie è un film femminista? Analisi dell’ultimo lavoro di Greta Gerwig” firmato da Diana Durante e segnalato durante l’incontro da Maria Serena F. Un esercizio molto bello che potete provare a fare è di rispondere alla domanda che si pone l’autrice dell’articolo e poi paragonare il vostro pensiero al suo. Io l’ho trovato interessante come argomenta il tema del capitalismo associato al femminismo, vi riporto qui un estratto:
“Molte persone trovano inconciliabili i due aspetti – quello del blockbuster e quello del femminismo – affermando che il blockbuster per definizione è un prodotto capitalista e il femminismo è tale solo se anticapitalista, se muove una concreta critica al capitalismo. È un’argomentazione indubbiamente fondata, ma che si basa su un pregiudizio sempre rivolto alle donne secondo cui si devono impegnare il doppio per avere i riconoscimenti che meritano. Viviamo in una società capitalista in cui tutti i canali tradizionali ne sono contaminati, sarebbe praticamente impossibile quindi per le donne far sentire la loro voce a un nutrito gruppo di persone e usare il loro privilegio per diffondere il messaggio se i media più conosciuti sono esclusi. O meglio, esclusi alle donne.”
Il discorso di Gloria (interpretata da America Ferrera) è una delle chiavi del film e che infatti risveglia le Barbie che sono cadute nel torpore del Kenland (patriarcato): “magra, ma non fissata con la linea; bella e curata, ma nel modo più naturale possibile agli occhi degli altri; una madre amorevole, ma che non pensa o parli troppo dei figli; una lavoratrice instancabile, ma che si accontenti dello stipendio che ha; indipendente, ma che non spaventi gli uomini.”
Questo monologo, anche se non l’ho trovato citato da nessuna parte, mi sembra una diretta citazione del celebre discorso di Cynthia Nixon in cui elenca il doppio standard a cui il genere femminile è sottoposto: “Be a lady they said. Your skirt is too short, your shirt is too low. Don’t show too much skin, cover up. Leave something to the imagination. Don’t be a temptress. Men can’t control themselves.” continua, guardatevi il video perché è potente e lo hanno montato molto bene.
I video di Carolina Capria (che ha inizialmente pubblicato sul suo profilo Instagram e poi sul sul canale YouTube @lhascrittounafemmina. In questi quattro video Capria analizza molto bene vari aspetti del film dal marketing alla scelta del rosa al ruolo degli uomini. Apprezzo molto come si espone e come argomenta le sue tesi quindi vi consiglio vivamente questi video.
Un’altra riflessione interessante, di cui avevamo iniziato a parlare quando con il bookclub siamo andate a vedere Barbie al cinema e ci siamo fermate fuori poi a commentarlo, è il ruolo degli uomini in Barbie. Tenendo in considerazione che la sceneggiatura è stato il lavoro congiunto di Greta Gerwig e Noah Baumbach (che ha lavorato a film come Rumore bianco, Storia di un matrimonioe Frances Ha) sappiamo che il genere maschile non è stato messo in secondo piano, soprattutto considerando il successo che ha avuto lo slogan “Ken-ough”, lo spazio che ha nel film e quanto il pubblico ha amato Ryan Gosling. Come detto da Diana Durante “Barbie è una commedia e tale rimane dall’inizio alla fine, motivo per cui Ken spicca ed è così tanto amato per il suo essere un personaggio simpatico, buffo e bonaccione sebbene quel che faccia, visto nell’ottica del film, è grave. Ma nell’economia della storia e nelle sue intenzioni finali, non viene percepito come il villain quale è. Ken, grazie anche all’interpretazione di Ryan Gosling e all’iconica canzone “I’m Just Ken“, ne esce come un personaggio simpatico che ha fatto un errore in buona fede.
Così come Barbie ha un arco di trasformazione, quello di Ken le cammina in parallelo.”
La scenografia
Questo Video di AD (Architectural Digest) è una bella chicca in cui Margot Robbie cammina per la casa di Barbie e racconta il dietro le quinte della sua villa. La production designer è Sarah Greenwood e la set decorator Katie Spencer (che hanno già lavorato insieme ottenendo sei Oscar.






Articolo di AD Magazine (tradotto varie lingue, qui la versione italiana). Nell’articolo si spiega che la casa di Barbie nel film si ispira a un mix tra la Kaufmann House di Richard Neutra e alle foto di Slim Aarons (noto anche per aver scattato la Kaufmann House).
Cita altre fonti di ispirazione come il cibo dipinto di Wayne Thiedbaud. E vi riporto questo commento di Greta Gerwig
“[Thiebaud] uses no black, and no white in his shadows. His shadows are always made of beautiful purples and blues, and that was very much something that we did in our Barbie Land: we used no black, no white, no chrome.”
Il legame tra Barbie/Margot Robbie e Chanel è raccontato in un video pubblicato sul canale youtube di Chanel.
Racconta la storia dei pezzi di archivio indossati dall’attrice per alcune sequenze.
L’importanze degli outfit è stata così potente nel film che Margot Robbie l’ha applicato anche nel suo press tour. Qui alcuni look gestiti dal sul stylist Andrew Mukamal.






Barbie e la diversity
Hari Nef She became the first openly transgender woman to appear on the cover of a major British magazine.
Issa Rae interpreta la Barbie Presidente (e nera, cosa ancora mai successa in America); c’è Barbue, Sharon Rooney è una Barbie avvocata con forme non convenzionali, Simu Liu è un ken co-protagonista di origini cinesi.
E’ non è scontato che ci siano queste Barbie perché la rappresentazione è importante, come lo testimonia America Ferrera nel suo TED Talk:
I riferimenti cinematografici

Per la scena successiva, quella di Barbie che si sveglia nel suo letto e inizia la giornata, la regista ha raccontato di essersi ispirata alla sequenza di Gene Kelly nell’iconico musical An American in Paris (uno dei miei film preferiti Gerwing ha infatti raccontato questo omaggio così:
"He lives in the tiny apartment and everything folds into everything else, and there was something so satisfying about watching him go through his morning routine. That was one of the morning routines I loved. Even though Barbie has much more of an expanse, I was like, 'This is a great opening.'"
Vi lascio comunque il link al momento a cui faccio riferimento:
Altri omaggio interessanti:


Qui sotto il trailer se volete farvi un’idea migliore (tra l’altro il trailer è carino e la scenografia pazzesca!).

Se siete delle persone appassionate di cinema Greta Gerwig ha diffuso una lista di 33 film ai quali si è esplicitamente ispirata per girare delle scene di Barbie, ve la lascio qui:
Il Mago di Oz di Victor Fleming
Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy
Josephine di Jacques Demy
L’amante perduta di Jacques Demy
Un americano a Parigi di Vincente Minnelli
Cantando sotto la pioggia di Gene Kelly e Stanley Donen
Scarpette rosse di Emeric Pressburger e Michael Powell
Scala al Paradiso di Emeric Pressburger e Michael Powell
All That Jazz – Lo spettacolo comincia di Bob Fosse
Il Paradiso può attendere di Warren Beatty e Buck Henry
Oklahoma! di Fred Zinnemann
Donne sull’orlo di una crisi di nervi di Pedro Almodovar
2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick
La signora del venerdì di Howard Hawks
Scandalo a Philadelphia di George Cukor
Donne di lusso 1935 di Busby Berkeley
Ventesimo secolo di Howard Hawks
L’idolo delle donne di Jerry Lewis
La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock
E la nave va di Federico Fellini
Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders
I gioielli di Madame de… di Max Ophüls
Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg
Tempi moderni di Charlie Chaplin
Pee-wee’s Big Adventure di Tim Burton
Grease di Randal Kleiser
The Truman Show di Peter Weir
Mio zio di Jacques Tati
Play Time – Tempo di divertimento di Jacques Tati
Splash – Una sirena a Manhattan di Ron Howard
La febbre del sabato sera di John Badham
I Bee Gees: Come curare un cuore infranto di Frank Marshall
Il Padrino di Francis Ford Coppola
Altri approfondimenti nati durante l’incontro del bookclub:
Grazia L.F. ha suggerito la lettura dell’articolo in cui viene riportato come il conduttore della HBO, Bill Maher ha stroncato il film: https://www.hollywoodreporter.it/film/film-stranieri/bill-maher-stronca-barbie-una-bugia-zombie-moralista-e-contro-gli-uomini/37425/
Mariano ha citato vari film a cui Barbie sembra fare riferimento (per i temi trattati) come Funny Money con Whoopi Goldberg, Mona Lisa Smile con Julia Roberts e Biy Eyes di Tim Burton.
Giulia ha citato il film Adeline con Blike Lively, per il tema dell’accettazione dell’invecchiamento.
Irene ha citato un film, Una donna promettente con Carey Mulligan (film che tra l’altro ha citato anche Carolina Capria nei suoi video).
Annabella L ha citato La rivincita delle bionde, per il ruolo non stereotipizzante della protagonista bionda e perché di fondo aveva lo stesso messaggio di Barbie ma forse non era il momento storico giusto per essere rivoluzionare come è stato Barbie.
Fonti:
Articolo che cerca di rispondere a domande come Barbie è un film femminista? Che ruolo hanno gli uomini in Barbie?
Articolo sulla rivista Politico che analizza nello specifico il ruolo di Ken e degli uomini nel film
Articolo che approfondisce la ricerca del rosa
Articolo che riporta i riferimenti ai film
Articolo di Jennifer Guerra
Intervista a Margot Robbie e Kate McKimmon
Articolo che ha elencato gli outfit indossati da Margot Robbie per le varie premiere del film:
Articolo di AD Magazine in cui spiega l’ispirazione per il design della casa di Barbie
Articolo Times magazine che approfondisce il tema madre e figlia/creatrice e bambola
Bellissimo questo approfondimento!